Mangiare per allenarsi

Il CrossFit ha questo di bello: trasforma persone normali in fanatici ossessionati dal cibo. Non che prima non lo fossero, ma almeno non avevano un alibi socialmente accettabile per giustificare le loro abbuffate.

Siediti un attimo al tavolo di un gruppo di CrossFitter dopo un WOD particolarmente intenso e ascolta. Non parlano del workout appena concluso, dei PR frantumati o della tecnica da migliorare. No. Parlano di cibo.

“Oggi me lo sono meritato un bel burger doppio con bacon” dice Matteo, ancora grondante di sudore, mentre si sbafa in faccia un frullato proteico. “Ho fatto Murph, cazzo.”

Già, perché nella loro testa esiste questa equazione perfetta: più duro è il WOD, più calories out produci, più puoi compensare con le calories in. È matematica, no? Peccato che il loro calcolo faccia acqua da tutte le parti.

Ho visto gente fare Grace in 15 minuti (sì, hai sentito bene, QUINDICI minuti) e poi premiarsi con una pizza famiglia pensando di essere in pari. Spoiler alert: Grace, anche fatta così male, non brucia 1200 calorie. Non ne brucia nemmeno la metà. Ma prova a spiegarglielo.

La verità è che il CrossFit è diventato la perfetta scusa per non prendersi responsabilità delle proprie scelte alimentari. “Mi alleno cinque volte a settimana, posso permettermi questo secondo dessert.” Certo, come no. E io sono Rich Froning.

Il paradosso è che sono gli stessi che poi si lamentano di non vedere risultati. Si presentano al box alle sei del mattino, massacrandosi di burpees e thrusters, convinti che questo gli dia il lasciapassare per abbuffarsi come se non ci fosse un domani. E quando qualcuno prova timidamente a suggerire che forse, ma proprio forse, il problema potrebbe essere quello che mettono nel piatto, partono con la solita cantilena: “Ma io mi alleno tantissimo!”

C’è persino chi ha teorizzato il concetto di “cheat day preventivo”. Si sono evoluti, i bastardi. Non aspettano più il weekend per sgarrare, no. Si ingozzano il giovedì sera perché “tanto domani c’è Fran”. Come se Fran, quella stronza, non fosse già abbastanza difficile da affrontare con la digestione a posto.

Il culmine lo raggiungi quando senti qualcuno dire “faccio CrossFit proprio per poter mangiare quello che voglio”. È come dire che vai in palestra per poter stare sul divano. Una logica che farebbe inorridire persino Aristotele.

Ma il vero capolavoro è la birra post-WOD. Ah, la sacra birra del venerdì sera, elevata a rituale di reintegro dei carboidrati. “È per i muscoli”, dicono. Certo, perché evidentemente qualcuno gli ha detto che il luppolo è un ottimo fonte di proteine. Se esistesse una competizione per le stronzate dette per giustificare una birretta, i CrossFitter vincerebbero hands down.

La cosa più divertente è che sono gli stessi che postano su Instagram foto di preparazioni meal prep degne di un monaco benedettino, con caption tipo “nutrition is the foundation”. Poi li vedi al bar sotto casa che si spazzolano il terzo cornetto della giornata “perché tanto stasera c’è MetCon”.

Il problema non è mangiare. Il problema è questa mentalità distorta per cui l’allenamento diventa una sorta di penitenza preventiva per i peccati di gola che commetterai. È come se ti confessassi prima di peccare, convinto che tanto poi vai pari.

E non provare a far notare questa contraddizione. Ti guarderanno come se avessi appena bestemmiato in chiesa, per poi spiegarti che “tu non capisci, il corpo ha bisogno di reintegrare”. Sì, certo. E io ho bisogno di un drink ogni volta che sento queste cazzate, ma mi trattengo.

La verità è che il CrossFit dovrebbe essere un mezzo per migliorarsi, non un’indulgenza plenaria per le abbuffate. Ma prova a spiegarlo a chi ha già ordinato la sua pizza XXXL perché oggi ha fatto Helen.

PS: Se ti sei offeso probabilmente sei uno di quelli che “mi alleno per mangiare”. Non preoccuparti, ti capisco. Anch’io ogni tanto mi racconto delle belle storie. La differenza è che almeno io lo ammetto.

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