L’arte di affrontare la vita, una rep alla volta

C’è qualcosa di profondamente metaforico e filosofico nel CrossFit. E’ qualcosa che va ben oltre il semplice allenamento fisico. Prendiamo ad esempio un Chipper WOD, uno di quelli infiniti che ti fanno pensare “ma chi me l’ha fatto fare?”. Eccoti lì, di fronte a una lavagna che elenca una serie apparentemente interminabile di esercizi. 100 wall ball, 80 burpees, 60 kettlebell swing, 40 toes-to-bar, 20 muscle-up. Il tutto da completare nel minor tempo possibile, ovviamente.

Guardando quella lavagna, senti lo stomaco che si contorce. È come quando apri la mail del capo il lunedì mattina e trovi un elenco di compiti che sembra richiedere il lavoro di un intero esercito. O quando guardi il conto in banca e realizzi che i tuoi sogni di vacanza esotica dovranno aspettare… ancora una volta.

Ma ecco il bello del CrossFit: ti insegna ad affrontare questi mostri, un morso alla volta. Non puoi fare 100 wall ball in un colpo solo, proprio come non puoi risolvere tutti i problemi della tua vita in un giorno. Allora cosa fai? Dividi e conquista. Magari inizi con set da 10, poi da 5 quando le cosce iniziano a bruciare come l’inferno.

È esattamente così che dovremmo affrontare le sfide della vita. Quel progetto al lavoro che sembra impossibile? Scomponilo in piccoli task gestibili. Quel debito che sembra una montagna? Stabilisci un piano di pagamento realistico e attieniti ad esso. Il CrossFit ci insegna che anche l’impresa più titanica può essere conquistata, un rep alla volta.

E poi c’è la questione della pazienza e della perseveranza. Ricordo ancora la prima volta che ho provato a fare un muscle-up. Sembrava che il mio corpo avesse dimenticato come funzionava la fisica. Saltavo, mi dimenavo, grugnivo come un facocero in calore, ma quella dannata sbarra rimaneva ostinatamente sopra la mia testa.

Ci sono voluti mesi di pratica, fallimenti e una quantità imbarazzante di sbucciature sul petto prima di riuscire a completarne uno decente. Ma ogni tentativo fallito era un mattoncino verso il successo. Proprio come nella vita reale, dove raramente si ottiene ciò che si vuole al primo colpo. Che si tratti di avanzamenti di carriera, relazioni o obiettivi personali, il CrossFit ci insegna che la costanza paga sempre.

Ma forse l’insegnamento più prezioso che ho tratto dal CrossFit è l’importanza della comunità e del sostegno reciproco. In un Box, non sei mai veramente solo. C’è sempre qualcuno pronto a urlare “Dai, ce la puoi fare!” quando sei sull’orlo del collasso durante l’ultimo round di un Holleyman.

All’inizio, lo ammetto, questa cosa mi irritava da morire. Ero lì, sudato come un maiale allo spiedo, con i polmoni che imploravano pietà e qualche energumeno pensava bene di urlarmi nelle orecchie. Ma con il tempo ho capito: non è fastidio, è solidarietà. È sapere che c’è qualcuno che crede in te anche quando tu hai smesso di farlo.

E non è forse così che dovrebbe funzionare la vita? Tutti abbiamo bisogno di quella rete di supporto, di quelle persone che ci spronano a dare il massimo anche quando vorremmo solo arrenderci e passare il resto della giornata sul divano a ingurgitare gelato.

Il CrossFit ci insegna anche l’umiltà e l’accettazione dei nostri limiti. Ricordo ancora la prima volta che ho visto qualcuno fare un handstand walk. Ero convinto che fosse una sorta di trucco da circo, qualcosa che solo gli acrobati del Cirque du Soleil potevano fare. “Io non ci proverò mai”, mi dissi. Fast forward di un anno, ed eccomi lì, a camminare sulle mani come un pagliaccio ubriaco, ma felice come un bambino.

Questa è forse una delle lezioni più preziose: non dare mai nulla per scontato, non dire mai “non posso farlo”. Perché la verità è che spesso i nostri limiti sono solo nella nostra testa. Il CrossFit ci spinge costantemente fuori dalla nostra zona di comfort, ci costringe a confrontarci con le nostre paure e insicurezze. E quando finalmente superiamo quell’ostacolo che credevamo insormontabile, be’, è una sensazione che non ha prezzo.

E parliamo un attimo di fallimento. Nel CrossFit, il fallimento non è solo accettato, è quasi celebrato. Quante volte ho visto atleti applaudire e congratularsi con chi arriva ultimo in un WOD? Perché? Perché sanno che quella persona ha dato tutto, ha spinto fino al limite. Nel mondo “reale”, il fallimento è spesso visto come qualcosa da nascondere, da cui vergognarsi. Ma il CrossFit ci insegna che è solo un altro gradino verso il successo.

Certo, non è tutto rose e fiori. Il CrossFit può anche insegnarti alcune lezioni meno piacevoli sulla natura umana. Come quella volta che ho scoperto che il mio compagno di allenamento zanzava durante i WOD. O quando ho realizzato che alcuni frequentavano il Box più per i selfie post-workout che per allenarsi veramente.

Ma anche queste sono lezioni di vita, no? Il mondo è pieno di imbroglioni e di persone superficiali. L’importante è non lasciare che queste mele marce rovinino l’intera esperienza. Concentrati sul tuo percorso, sui tuoi obiettivi, e lascia che gli altri si preoccupino dei loro.

E poi c’è l’aspetto sociale. Il CrossFit ha questa incredibile capacità di trasformare un gruppo di estranei sudati in una famiglia disfunzionale ma amorevole. Condividere il dolore crea legami unici. Ho visto nascere amicizie improbabili: l’avvocato in giacca e cravatta che diventa migliore amico del tatuatissimo meccanico. La casalinga che trova una connessione profonda con la giovane universitaria. Il CrossFit è un grande equalizzatore: quando sei disteso sul pavimento, ansimando come un carlino dopo un WOD, non importa che lavoro fai o quanto guadagni. Siamo tutti uguali nel nostro dolore condiviso.

E i barbecue post-WOD. Chi l’avrebbe mai detto che imparare a contare i macronutrienti ti avrebbe reso un maestro della griglia? Ora so esattamente quanto pollo alla griglia corrisponde a 30 grammi di proteine e posso calcolare i carboidrati in una patata dolce con la precisione di un farmacista. Queste abilità si sono rivelate sorprendentemente utili nella vita di tutti i giorni. Ora sono il re incontrastato dei barbecue nel mio quartiere. La gente mi chiama per consigli su come grigliare il pollo perfetto senza farlo seccare. “È tutta questione di timing e temperatura”, dico loro con l’aria di chi sa il fatto suo. Non sanno che la mia expertise deriva dal tentativo ossessivo di ottimizzare i miei pasti post-workout.

Ma forse la lezione più importante che il CrossFit mi ha insegnato è l’accettazione di sé stessi e degli altri. In un Box, vedi corpi di tutte le forme e dimensioni. L’ex giocatore di hockey enorme colosso si allena fianco a fianco con la signora di mezza età che sta cercando di perdere peso. Nessuno giudica. Tutti sono lì per migliorare, per superare i propri limiti, non per guardare gli altri. Questo mi ha fatto riflettere su quanto spesso, nella vita di tutti i giorni, giudichiamo gli altri basandoci su apparenze superficiali. Il CrossFit insegna a vedere oltre, a riconoscere lo sforzo e la dedizione, indipendentemente dai risultati visibili.

E poi c’è la questione dell’ego. Quante volte sono entrato in un Box pensando di essere il re del mondo, solo per essere umiliato da un WOD particolarmente brutale? Il CrossFit ha questa meravigliosa capacità di sgonfiare gli ego più gonfi. Ti insegna che c’è sempre qualcuno più forte, più veloce, più resistente di te. E va bene così.

L’importante non è essere i migliori, ma essere la migliore versione di sé stessi. Questa è una lezione che cerco di applicare ogni giorno nella mia vita. Non importa se il mio collega ha ottenuto una promozione prima di me, o se il mio vicino ha comprato una macchina più bella. L’unica persona con cui devo competere sono io stesso di ieri.

E infine, c’è la resilienza mentale. Il CrossFit ti insegna a spingere oltre i tuoi limiti percepiti, a continuare anche quando ogni fibra del tuo essere ti sta urlando di fermarti. Questa forza mentale si trasferisce in ogni aspetto della vita. Affrontare una scadenza impossibile al lavoro? Niente in confronto a un Karen (150 wall ball per tempo, per chi non lo sapesse). Gestire una crisi familiare? Be’, se sono sopravvissuto a un Open workout, posso sopravvivere a qualsiasi cosa.

Per me, il CrossFit è molto più di un semplice allenamento. È una scuola di vita, un laboratorio dove mettiamo alla prova non solo i nostri corpi, ma anche le nostre menti e i nostri spiriti. Ci insegna a essere pazienti, perseveranti, umili e ancora l’importanza della comunità e del sostegno reciproco. Ci spinge a superare i nostri limiti e a vedere il fallimento non come una fine, ma come un’opportunità di crescita.

Quindi quando qualcuno mano fortunato di te, ti chiede perché ti sottoponi volontariamente a questa forma di tortura chiamata CrossFit, sorridi e digli: “Non sto solo allenando il mio corpo. Sto imparando a vivere meglio.”

E se tutto questo suona troppo serio e filosofico, ricorda: il CrossFit ti insegna anche l’importanza di non prenderti troppo sul serio. Perché, ammettiamolo, c’è qualcosa di intrinsecamente comico nel vedere un gruppo di adulti saltare su e giù come matti, sollevare oggetti pesanti sopra la testa e poi lasciarli cadere con un gran fracasso, il tutto mentre ansimano come locomotive a vapore. E se non altro, il CrossFit ti dà sempre una scusa pronta quando qualcuno ti chiede perché cammini come un pinguino zoppo il giorno dopo un WOD particolarmente intenso. “No, non ho problemi di prostata, ho solo fatto Karen ieri.”

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